Non esiste settore imprenditoriale
in cui non si sia sviluppata una situazione molto più complessa
di quanto non fosse ancora pochi anni fa. Il risultato è
che oggi nessuna impresa può permettersi di seguire un atteggiamento
generalista ma si è resa necessaria una specializzazione
di prodotto, di posizionamento sul mercato, di servizio. Come un
comandante prima di una battaglia od un allenatore di calcio prima
di uno scontro, oggi l’imprenditore deve preparare in anticipo
le sue mosse sul mercato e dare loro un senso più ampio.
Diventa così sempre più critico il fattore strategia
d’azienda.
Accade di sentir dire che la strategia corrente dell’azienda
è “il mantenimento della situazione così come
è ora”. La giustificazione più spesso addotta
per tale dichiarazione è che si attende che una qualche
turbolenza passi per poi riprendere a lavorare come prima. Questa
non è una strategia è anzi la negazione del concetto
di strategia. Un simile ragionamento parte dal presupposto che
al di fuori della propria azienda tutto sia fermo, che nulla cambi
e che quindi i risultati dell’azienda dipendano in buona
misura da qualcosa di impalpabile che, come la pioggia, può
esserci oppure non esserci. Chi ha vissuto i cambiamenti epocali
avvenuti nei servizi e nell’industria negli ultimi dieci
anni sa bene che le cose cambiano e, se governate bene nel cambiamento,
portano vantaggi. In caso contrario rendono molto difficile la
permanenza sul mercato.
Realizzare una strategia significa scegliere la tipologia di
rapporto che si intende avere con l’ambiente esterno, scegliere
il proprio modo di essere e quindi di differenziarsi rispetto
agli attori esterni:
- i clienti
- i fornitori
- i concorrenti
ed anche rispetto alla propria organizzazione interna.